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Alla scoperta del vino Cagnulari

Alla scoperta del vino Cagnulari

Il nostro viaggio oggi ci porta nel Nord Ovest della Sardegna, tra paesaggi mozzafiato, ma anche cultura, storia e tradizioni secolari, alla scoperta di un vitigno antico e di origine incerta tra Francia e Spagna: il Cagnulari. Conosciuto anche come Cagnovali, Cagnulari Sardo, Cagnolari Nero, Caldareddu, Cagnonale, Cagliunari, questo vitigno dà un vino di colore rosso rubino vivo. Il profumo è molto caratteristico e spazia nella sua franchezza dal fruttato intenso (frutta rossa) in gioventù, allo speziato (pepe nero), al muschio, alla confettura di prugne, raggiungendo una grande ampiezza nei casi di vini invecchiati.
Al gusto si rivela solitamente secco, caldo, abbastanza morbido, abbastanza fresco, abbastanza tannico, sapido, di corpo tendente al robusto, comunque armonico. Un vino quasi da mangiare.
Dalla vinificazione di questo vitigno prende origine la DOC Alghero Cagnulari.
Ossi è situato in colline di origini calcaree con oliveti e vigneti che colorano il paesaggio. La profonda vallata del Rio Mascari divide il paese dal pianoro dove si estende Sassari.
Bellissime sono le testimonianze del passato. Fra questi ricordiamo il complesso di Noeddale costituito da tombe ipogeiche, la tomba a poliandro di Ena ‘e Muros e la necropoli di S’Adde Asile. Del periodo nuragico si contano ben nove nuraghi e l’importante villaggio di Sa Mandra ‘e Sa Giua.
Anche Tissi si colloca in un territorio ampiamente collinare, su un altopiano calcareo. Nel suo territorio sono presenti importanti siti archeologici quali l’ipogeo di Sas Puntas e il nuraghe del Monte Sant’Andria.
Il Cagnulari viene coltivato soprattutto nei terreni di Usini, con interessanti realtà dedicate a questo vitigno anche nei comuni di Uri, Ittiri, Ossi, Tissi ed Alghero.
Partiamo alla volta di Usini, un bellissimo territorio caratterizzato da uliveti e vigneti. Il Cagnulari fa bella mostra di se, coltivato con sistema ad alberello sardo o basse controspalliere, in terreni calcareo argillosi. Usini fu abitato dall’antichità, come documentano le testimonianze appartenenti alla Cultura di San Michele di Ozieri, la necropoli necropoli di S’Elighe Entosu, domus de janas di Chercos, di Tomestighes e di Sos Baddulesos. Grazie al decano dei produttori usinesi, Giovanni Cherchi, il Cagnulari ebbe il suo riconoscimento.
Procediamo verso Uri, conosciuta per la bellissima Sagra del carciofo che si svolge a marzo. Un territorio con testimonianze che documentano la presenza umana fin dall’antichità.
Ittiri sorge su un altopiano. Immerso in un territorio che alterna uliveti e vigneti, altopiani e zone pianeggianti è circondato da numerose testimonianze archeologiche, come necropoli e nuraghi. Centro rinomato per le attività tessili e il ricamo, Ittiri è anche un importante punto di elaborazione e lavorazione della trachite: periodicamente ospita, infatti, la Biennale della trachite, concorso scultoreo i cui elaborati sono esposti nel centro del paese. Ittiri è teatro anche di una rassegna internazionale di danza popolare che in estate vede partecipare artisti da tutto il mondo.
Il nostro viaggio si conclude nel territorio di Alghero laddove le colline si aprono verso la costa. Alghero, capitale della Riviera del Corallo, conserva intatte le tradizioni e la lingua della Catalogna, da cui è stata dominata per secoli. La tradizione viticola ed enologica in quest’area della Sardegna risale appunto alle dominazioni spagnole. 
Popolati sin dall’antichità, come testimoniano i complessi nuragici di Palmavera e di Sant’Imbenia, le domus de janas diSantu Pedru e Anghelu Ruju, nel territorio di Alghero risiede l’area marina protetta di Capo Caccia – Isola Piana, dove si trovano le famose Grotte di Nettuno.

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