Coltivato in Sardegna fin dai tempi antichi, il mandorlo ricopre la campagna di fiori bianchi annunciando l’arrivo della primavera, mentre i suoi frutti, le mandorle, sono regine nella cucina sarda.
Da gustare fresche o secche, sgusciate e tostate, in compagnia di un buon bicchiere di Malvasia o per la preparazione di tanti dolci sardi: amaretti ( in cui viene utilizzata una quantità seppur ridotta anche di mandorle amare ) gesminos, gattò, aranzada, torrone, copulettas, papassinas e tanti tanti altri. La qualità media delle mandorle sarde è nettamente superiore (maggiore oleosità e minor contenuto di acqua, profumi decisamente superiori) al prodotto proveniente dall’estero ed in Italia la Sardegna si colloca la terzo posto come paese produttore.
Le mandorle sono un frutto ricco di trigliceridi, con fortissima presenza di acidi grassi monoinsaturi, ma abbondano anche di alcune vitamine (soprattutto la riboflavina e la vitamina E), insieme a numerosi sali minerali (manganese, magnesio, calcio, rame e fosforo). Anche l’elevato apporto proteico contribuisce a rendere la mandorla un alimento digeribile e molto energetico.
In Sardegna sono tanti i centri rinomati per la produzione di mandorle. Fra questi occorre ricordare Baressa in cui a Settembre si svolge anche una bellissima sagra dedicata a questo pregiato frutto.