Asciutto e caldo al palato la Malvasia fa risplendere i suoi riflessi di un giallo carico, dorato come quello delle icone bizantine.
Proprio l’origine del vitigno Malvasia si fa risalire all’epoca bizantina, il nome infatti deriva da Monembasia, roccaforte bizantina del Peloponneso. Giunto dal mare negli approdi portuali la sua maggiore diffusione maggiore in Sardegna si trova nel Campidano di Cagliari e in Planargia, anche se con una netta differenza di gusto. La Malvasia di Cagliari si presenta con colori più leggeri, così come le profumazioni al naso con sentori di frutta e miele, classici dei vini dolci della Malvasia. Il palato risulta altrettanto leggero, non carico e quindi godibilissimo. La Malvasia di Bosa viene maturata in botti sui lieviti flor. I vini sono dorati, con profumi alla frutta matura, al miele e alla mandorla tostata. La bocca è morbida, con una lunga aromaticità.
Il nostro viaggio oggi ci porta tra la bassa valle del fiume Temo e il versante settentrionale del Montiferru nella regione storica della Planargia. Qui viene prodotta la Malvasia di Bosa DOC.
Prima tappa nel nostro viaggio è Suni. Nota per la produzione della Malvasia, Suni conserva numerose tracce della età nuragica come gli antichi resti di un villaggio noto come “Sa ldda ‘Ezza” (il villaggio vecchio), e la tomba dei giganti di Chighentolu. Di notevole interesse il Parco archeologico comprendente il nuraghe “Nuraddeo”, le domus de janas di Chirisconis ed il nuraghe Seneghe.
Tinnura sorge su un altopiano di origine basaltica e si affaccia sulla fertile vallata di Modolo. L’area fu frequentata sin dai tempi antichi e ciò è dimostrato dalla presenza di numerosi insediamenti risalenti all’età nuragica e prenuragica. Da visitare la parrocchiale dedicata a Sant’Anna risalente al ‘600. Paese d’arte, è famoso per i suoi bellissimi murales raffiguranti scene di folklore e di vita quotidiana. Il centro abitato è unito senza soluzione di continuità con quello di Flussio, comune col quale condivide il corso principale che corrisponde alla Strada Statale 292. Piccolo centro della Planargia, collocato nella sommità di una piattaforma basaltica, Flussio ha un’economia dedicata all’agricoltura, fonte primaria insieme all’artigianato (famosa soprattutto per la produzione di cesti di asfodelo). Dal paese si può apprezzare un meraviglioso panorama, habitat naturale dei grifoni. Flussio è sede della Cantina Sociale della Planargia, situata a breve distanza dalla strada principale del paese, che produce un ottimo spumante e la grappa di malvasia.
Situato nella parte occidentale dell’altipiano della Planargia, tra il golfo di Oristano e capo Marrargiu, Tresnuraghes si specchia in un mare azzurro e incontaminato, con fondali di rara bellezza, incantevoli spiagge e suggestive falesie costiere. Un territorio reso più prezioso dall’inestimabile patrimonio archeologico e artistico delle preistoriche e fiabesche domus de janas, come nelle antiche e misteriose costruzioni della civiltà nuragica.
Magomadas sorge a poca distanza dal mare. Di probabile origine punica, come farebbe presumere il suo nome, Magomadas ha un agricoltura particolarmente fiorente grazie ai terreni molto fertili. Il prodotto vinicolo più apprezzato è sicuramente la Malvasia.
Modolo si trova su una splendida vallata. È uno dei paesi più piccoli della Planargia e, come testimoniano le basi archeologiche di nuraghi, domus de janas e i resti di una villa romana, era abitato sin dall’antichità. L’economia di Modolo si basa sopratutto sull’agricoltura, in cui spicca la produzione del rinomato vino malvasia.
Tra i profumi della macchia mediterranea e il mare si trova Bosa, da cui prende il nome la Malvasia che si produce in questo territorio. È l’unico centro della Sardegna edificato accanto all’estuario di un fiume navigabile. Il borgo antico (Sa Costa) è in parte arroccato sulle pendici del colle di Serravalle, in cima al quale si trova il castello omonimo, edificato dalla famiglia toscana dei Malaspina tra il XII e il XIII secolo. Sul fiume Temo ancora si trovano sas Conzas, le concie in cui si lavoravano le pelli. Di Bosa fa parte la sua frazione sul mare: Bosa Marina protetta dalla Torre di Bosa, edificata sull’Isola Rossa al fine di contrastare e scoraggiare le incursioni dei Saraceni. Di rilievo notevole l’attività che le donne di Bosa si tramandano sull’uscio di casa: il filet. Ancora oggi si possono osservare le donne che lavorano il filet nelle strade di Bosa.