Pianta già nota agli Egizi, l’asparago (chiamato in sardo “ispàrau, sparàu, ipàramu”) ha origini antichissime. Proveniente probabilmente dall’Asia Minore, appartiene alla famiglia delle Liliacee e cresce non solo negli orti, se opportunamente coltivato, ma anche spontaneamente nelle campagne e negli anfratti più selvatici dei boschi. Dell’asparago sono note le proprietà diuretiche, nonché aperitive, antiedemigene, antireumatiche, depurative e lassative; dalle radici essiccate si può ricavare una tintura madre con proprietà depurative, dimagranti ed antinfiammatorie. Questi ortaggi sono davvero poco calorici e hanno molta fibra, vitamina C, carotenoidi, vitamina B e sali minerali, tra i quali calcio, fosforo e potassio. Secondo alcuni studi questi ortaggi avrebbero una funzione antidepressiva, probabilmente legata alla loro azione disintossicante e diuretica.
In cucina si utilizzano germogli: gli steli dovrebbero essere duri, flessibili, resistenti alla rottura, dello stesso spessore e con le punte ancora chiuse, la base deve essere mantenuta umida, per mantenere il prodotto fresco. Per la preparazione, occorre tagliare le estremità legnose dell’asparago e, a seconda della tipologia (asparago coltivato bianco), togliere eventualmente la pelle bianca fino a 4 cm sotto il germoglio.
Tante sono le ricette che si possono preparare con questo ortaggio: asparagi coltivati al cartoccio, asparagi al forno, asparagi con le uova, lasagne con asparagi, riso agli asparagi e tante quanto la fantasia può inventare.
In Sardegna l’asparago cresce spontaneamente ma viene anche coltivato nelle pianure del Campidano di Cagliari e Oristano e lungo le fasce costiere pianeggianti di Barisardo, Orosei, Alghero e Sassari.
Sagre dell’asparago selvatico si fanno un po’ ovunque in primavera in Sardegna: a Tissi (a pochi chilometri da Sassari), ma anche a Boroneddu e a Villanova Truschedu, in provincia di Oristano. Dell’asparago coltivato è da segnalare la sagra che si svolge ogni anno a Serrenti.